Cliché flexo come prodotto di expertise e tecnologia: cosa sono e come mantenerli al meglio
La stampa flexo, detta anche flessografia o stampa flessografica, è una tecnica di stampa che utilizza lastre matrici chiamate cliché per flessografia. In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa sono i cliché flexo, come funzionano e come conservarli al meglio.
Cosa sono i cliché flexo
Il cliché flexo è una lastra matrice rilievografica, flessibile e morbida. Avvolto su un cilindro, il compito del cliché flexo è trasferire l’inchiostro su supporti da stampare, grazie a una lieve pressione esercitata da un cilindro di pressione.
Materiali dei cliché flexo
Per essere prodotto, il cliché richiede esperienza e tecnologia. In genere, i clichè flexo sono realizzati in due materiali: fotopolimero ed elastomero. Nessuna delle due tipologie esclude l’altra, a seconda della lavorazione e delle condizioni di stampa si seleziona il materiale più opportuno.
Cliché flexo in fotopolimero
Il materiale più utilizzato per la produzione dei cliché di stampa è il fotopolimero, uno speciale polimero che subisce un cambiamento nella sua struttura chimica quando viene esposto alla luce, generalmente ultravioletta (UV). Questo cambiamento comporta la resistenza del polimero esposto alla luce agli agenti come acqua e solvente, pertanto la possibilità di riprodurre i grafismi.
Alcuni dei principali produttori di cliché in fotopolimero sono DuPont, Asahi Kasei, XSYS, MacDermid Graphics Solutions e Miraclon. Esistono anche cliché flexo in fotopolimero a base alluminio per la stampa dry offset; uno dei maggiori produttori è TORAY.
Cliché flexo in elastomero
L’elastomero è un polimero allo stato gommoso che possiede le proprietà chimico-fisiche della gomma naturale, tra le quali la capacità di subire grosse deformazioni elastiche. Nel mondo della flessografia, l’elastomero è utilizzato nella produzione di cliché “in round”, ovvero maniche incise che vengono calzate sul cilindro del gruppo stampa e che trasferiscono l’inchiostro nella superficie del substrato.
Produzione del cliché flexo
Sono 4 le fasi di produzione del cliché flexo: scrittura, esposizione, sviluppo, finissaggio, taglio.
Scrittura
Per trasformare la lastra fotopolimerica in cliché vengono impiegati macchinari sofisticati che garantiscono la perfetta riproduzione delle grafiche. La fase in cui i grafismi vengono riportati sulla lastra che poi diventerà cliché è simile alla fotografia analogica con negativo. Per realizzare la scrittura, attualmente in commercio esistono dei macchinari prodotti secondo diverse metodologie.
- Macchinari CTP: si compongono di un’ottica e un laser. Quest’ultimo brucia via il layer nero, scrivendo i grafismi in negativo sulla lastra. Si ottiene così una lastra ricoperta di layer nero ad eccezione delle zone dove sono presenti i grafismi. Durante la fase di esposizione, la luce passerà sulla lastra nelle zone dei grafismi, al contrario sarà bloccata ove è rimasto il layer nero.
- Macchinari CTF: il macchinario riproduce la grafica su una pellicola negativa, utilizzata per impressionare i grafismi sulla lastra durante l’esposizione ai raggi UV.
Esposizione
Dopo la fase di scrittura, la lastra viene esposta ai raggi UV di specifiche lunghezze d’onda.
Le zone di fotopolimero della lastra che ricevono la luce subiscono un processo chimico per cui i legami delle molecole del fotopolimero diventano resistenti al solvente e all’acqua.
Sviluppo
Si passa quindi alla fase di sviluppo attraverso il processo di lavaggio ad acqua o a solvente. L’azione meccanica di spazzole imbevute fa sì che il polimero non irrorato di luce venga eliminato, mentre le zone con i grafismi permangono, diventando il rilievo stampante presente nel cliché flexo. Segue la fase di finissaggio nella quale la lastra viene esposta ai raggi UVA e UVC per essere stabilizzata
Taglio
Per la rifinitura del cliché, ci si serve di plotter da taglio oppure strumenti manuali adatti a formati piccoli di cliché.
Per garantire il funzionamento del cliché flexo, sono necessari strumenti quali:
- spessimetro digitale con braccetto;
- durometro;
- telecamera dotata di software in grado di posizionare i retini 2D e 3D sui cliché;
- lentino oppure microscopio digitale.
Best practices per la conservazione dei cliché flexo
La conservazione dei cliché flexo necessita di particolare attenzione e di un adeguato sistema di archiviazione.
Per lo stoccaggio di questi elementi si consiglia di:
- prediligere un posizionamento orizzontale su supporto rigido, per non compromettere le geometrie iniziali o provocare deformazioni e proteggerli da graffi e urti;
- evitare zone con elevata concentrazione di ozono;
- ricercare un ambiente fresco e asciutto (temperatura inferiore ai 30°C e mai superiore ai 35°C), privo di umidità (massimo 75%) e sbalzi di temperatura frequenti;
- evitare l’esposizione a luce solare diretta o a fonti di calore;
- evitare di impilare lastre umide vicine tra loro.
Pulizia dei cliché flexo
Questa operazione deve essere svolta con regolarità e metodo per evitare che si formino residui di inchiostro e si rovini la lastra, provocando errori e difetti nella stampa o sulla lastra stessa. Per la pulizia è opportuno:
- utilizzare detergenti specifici, alcool etilico o propilico puro e, nel caso l’inchiostro non si sciolga bene, altre miscele contenenti ad esempio l’acetato di etile;
- evitare l’uso di sostanze troppo aggressive che possano compromettere o danneggiare la struttura e l’incisione;
- usare spazzole morbide in Nylon o setole naturali;
- rimuovere tutto l’inchiostro con macchine automatiche chiamate lava cliché o manualmente. Le macchine lava cliché sono predisposte sia per il lavaggio verticale di grandi fotopolimeri che per quello orizzontale; salvo eccezioni di particolari configurazioni per ridurre lo spazio di ingombro.
Porre particolare attenzione alla pulizia e allo stoccaggio dei cliché migliora in modo significativo la loro durata ed evita di dover sopperire ad altri costi e attese per la produzione di nuovi cliché flexo.