Fasi di produzione del cliché flessografico e macchinari
Nel mondo, la stampa flexo è un tipo di stampa che conosce un periodo di grande espansione e sviluppo.
Il cliché è flessografico si distingue per la sua consistenza “flessibile” adduce al nome “flessografia”, si distingue per sua natura anche epr la Flessibilità di riuscire a trasferire inchiostro su diversi tipi di supporto aprendo così diverse possibilità di applicazioni della flessografia.
Per essere prodotto il cliché flessografico richiede esperienza e tecnologia all’avanguardia.
Le fasi di produzione del cliché flessografico sono:
- Scrittura
- Esposizione
- Sviluppo
- Taglio
Per trasformare la lastra fotopolimerica in cliché stampante sono utilizzate
sofisticate tecnologie per garantire la perfetta riproduzione delle grafiche sulla lastra.
Per la fase in cui i grafismi vengono riportati sulla lastra che poi diventerà cliché il processo è simile alla fotografia analogica dove, per impressionare la carta fotografica, si utilizzava il negativo.
Partendo dal processo più comune delle lastre digitali, ovvero lastre fotopolimeriche ricoperte da un layer nero, in commercio esistono dei macchinari prodotti secondo diverse metodologie.
Macchinari ctp
I macchinari ctp ( computer to plate) consistono in un’ottica e un laser che con la sua potenza elimina, bruciandolo, il layer nero scrivendo i grafismi in negativo sulla lastra ricoperta di layer nero.
Dopo la fase di scrittura si ottiene una lastra ricoperta di layer nero ad eccezione delle zone dove ci sono i grafismi, in questo modo durante la fase dell’esposizione della lastra: dove ci sono i grafismi la luce passerà sulla lastra, dove è rimasto il layer nero la luce verrà bloccata.
Tra le ditte più importanti produttrici di ctp figurano:
- Esko
- XSYS Global
Macchinari ctf
Esistono poi anche i ctf (computer to film) il macchinario riproduce la grafica su una pellicola negativa, tale pellicola verrà utilizzata per impressionare i grafismi durante l’esposizione ai raggi uv della lastra e una delle ditte di maggior spessore è la FLEXCEL NX System.
Dopo la fase di scrittura si passa alla fase di esposizione, la lastra viene esposta ai raggi UV di specifiche lunghezze d’onda.
Le zone di fotopolimero della lastra che hanno ricevuto la luce sono passive di un processo chimico, ovvero la luce fa cambiare i legami delle molecole del fotopolimero in modo da diventare resistenti al solvente e all’acqua.
Grazie a questa proprietà la lastra può venire sviluppata in cliché: attraverso il processo di lavaggio ad acqua o a solvente. L’azione meccanica di spazzole imbevute di acqua o di solvente fa sì che il polimero non irrorato di luce venga eliminato mentre rimangono e verranno sviluppate le zone contraddistinte dai grafismi incisi con il ctp diventeranno nel cliché rilievo stampante.
Esposizione, sviluppo e cura del cliché flessografico
Per l’esposizione e lo sviluppo esistono importanti case produttrici propongono sul mercato diverse soluzioni come ad esempio:
Mentre per la rifinitura del cliché ad oggi esistono dei plotter da taglio come ad esempio le soluzioni proposte da Kongsberg system, oppure strumenti più manuali e adatti a formati piccoli di cliché come DITOM S.p.a., azienda italiana leader nel mercato della flessografia e della tipografia.
Molto importante è tenere il processo di produzione del cliché in controllo per garantire il funzionamento del cliché in stampa e contribuire al risultato di stampa desiderati. Gli strumenti necessari al controllo sono
- spessimetro digitale con braccetto
- il durometro come ad esempio
- una telecamera equipaggiato da un software in grado di lettere i retini 2d e 3d sui cliché
- un lentino oppure un microscopio digitale
Il controllo sul processo e la possibilità di ottenere dati live sulla produzione del cliché flessografico è la carta vincente per garantire sicurezza nelle forniture al cliente.
Cerchi un partner preciso, competente e affidabile? Non esitare a contattarci a info@diaven.it o chiama il numero 0415937051!